Uncle Chris – A caccia di Ramps

Il primo articolo su Uncle Chris ha ricevuto un sacco di interesse. Le persone hanno scritto da tutte le parti, i familiari e amici facevano domande. Non sono affatto stupito, le cose di valore attirano l’attenzione. E come ho detto alla fine della prima storia, ci sarebbe stato tempo per scrivere ancora su di lui e sul suo sapere.

Dopo qualche birra e qualche pallottola sparata dal porticato, abbiamo preso gli attrezzi (picconi e palette) e ci siamo avviati in macchina ad uno dei suoi spot preferiti per raccogliere i ramps. Questa volta quindi parliamo di foraging (raccolta di erbe spontanee), in particolare di queste piante che sono essenzialmente dei porri selvatici, della specie Allium Tricoccum; nativi dei Monti degli Appalaci negli Stati Uniti nord-orientali.

Quando ne ho sentito parlare la prima volta, pensavo che i ramps fossero una pianta mitologica, qualcosa di cui non avevo mai sentito parlare, ma andando su Google ho visto che sono una sorta di porro selvatico. E ho pensato “ah ok, niente di speciale”…Nel senso, figo andare a raccogliere erbe, figo usarle per cucinare, ma cosa ci farai mai con una cipolla selvatica. Mi sono venute in mente delle piante simili che abbiamo anche noi dalle nostre parti, tipo l’aglio orsino o il cipollotto selvatico, ma non sono erbe da prima pagina, da noi non è che siano oro, la gente non si ammazza per trovarle, come invece fanno per esempio per gli asparagi selvatici, i funghi o i tartufi.

Ma poi mi sono detto, perché la pensi così? perché ci caschi sempre?

Perché diamo per scontato e svalutiamo tutto ciò che è “facile” da trovare e da possedere, e invece agogniamo ciò che non lo è? La natura umana è fastidiosa.

Dare per scontato una cosa che hai sempre a disposizione è un errore da principianti. Dare poco valore a qualcosa solo perché è sempre sotto al tuo naso e non stimola più la tua curiosità. Parlando appunto di piante, esistono piante considerate di un livello superiore, piante importanti e signorili, piante rare, e piante comuni o del popolo, piante umili, o addirittura disprezzate e chiamate erbacce. Un esempio può essere l’ortica; è dappertutto, non sembra niente di che, punge pure, e ci sta anche un po’ antipatica (per non dire sul cazzo), ma in realtà è una delle piante più complete e ricche da ogni punto di vista (culinario, curativo, costruttivo ecc.) Un altro esempio potrebbe essere quello di avere un partner o un amico o un parente incredibile, la persona più amorevole, bella, affascinante, intelligente e interessante del mondo, ma se non fai attenzione dopo un po’ rischi di darla per scontata, e ti renderai conto di averla persa solo quando sarà troppo tardi. Quindi:

tips APNSP – occhio a dare per scontato le cose/persone che sono sempre a tua disposizione, il loro valore non cambia, sono sempre straordinarie, sei tu che le rendi ordinarie ai tuoi occhi. O per invertire il consiglio, cerca di guardare a tutto quello che ti circonda come straordinario, perché lo è.

Tornando a parlare dei nostri ramps, qua negli States invece sono una prelibatezza e adesso che mi sono riconnesso con il mio “essere superiore, equanime e senza pregiudizi”, sono eccitato a capire il perché di tanto l’affanno e lo sforzo per ricercare queste piante.

Montiamo sul pick-up di Mike, Uncle Chris davanti con lui ed io dietro con Michele ed Heather. Primo errore della giornata: mi sono fatto prendere la mano tra pistole, birre e moonshine con i cetriolini. In poche parole, dopo due pilsner e un assaggio di quel distillato che penso lo usino anche per miscela della motosega in Tennessee, Mike ha tirato fuori tre pistole per farmi sparare un po’. E no, non è come nei film, che uno spara, pum pum pum, e poi ha una conversazione normale con il compagno di scorribande come se nulla fosse. Dopo che hai svuotato 5/6 caricatori con due 9mm ed una 45mm, è l’equivalente di aver passato una 48h ad un rave sotto-cassa. Gli orecchi fischiano, e non senti più un cazzo. E se devi ascoltare Uncle Chris che, già parla sottovoce, poi è nel sedile davanti a te e non puoi vedergli la bocca, mentre vai in autostrada con un pick-up da 3 tonnellate con i finestrini aperti e le ruote di un trattore e altre persone che parlano di tutt’altro e in un’altra lingua per giunta, non è proprio una ottima idea. Ve la faccio breve, non capivo neanche una parola. Quindi mi sono messo li, buono buono a mangiarmi i miei pistacchi, i miei pretzel e a farmi un’altra pils.

Parcheggiamo sulle rotaie del treno, come dei veri fuorilegge, e Mike parte subito in quarta:

“ve lo dico, se quel pezzente torna a minacciarci con la pistola solamente perchè siamo vicini alla sua proprietà e non vuole che andiamo li a raccogliere i ramps questa volta non ci parlerò.”

Iniziamo belli fiammeggianti ho pensato.

Dopo una camminata di circa mezzora, mi è saltato all’occhio la differenza tra il nostro atteggiamento e quello di Chris: noi quattro belli spensierati a ridere, scherzare e a farci i selfie, come dei turisti ad un safari, e lui con passo stabile e costante, incappucciato, in silenzio, immerso nel cammino e nella natura, come solo i vecchi saggi fanno. Chiaramente, era il nostro atteggiamento che era sbagliato, siamo a caccia nel bosco, a riconnetterci con la natura, non a fare bar-hopping in una cittadina di periferia. E da quel momento in avanti, è come se ce ne fossimo accorti tutti insieme, e ci siamo “ricomposti” cercando di trarre il più possibile dall’esperienza. Mi avvicinai, rallentai il passo, rallentai il respiro e iniziai con le domande:

T: “Hey Uncle Chris, ma sono quelli laggiù?”

C: “Yep. Ma non andiamo la che sono sulla proprietà di quello che ci voleva sparare l’altra volta.”

T: “si, forse è meglio.” (con un sudorino freddo che mi scende dalla tempia).

Mike: “e invece voglio proprio andare li…voglio proprio vedere cosa mi dice questa volta!”

Michele: “NO MIKE TE NON VAI DA NESSUNA PARTE!”

Mike: “E INVECE SI!”

Michele e Heather: “E INVECE NO. PERIOD.”

Mike: “ok” hahahahah

T: “Uncle Chris, sai se si usa fare i ramps fermentati o sottaceto?”

C: “si, ma non sempre, queste piante richiedono anni per arrivare a maturazione e diventare grandi abbastanza da poterle usare per farli in quel modo. Fino ad adesso guardando da qua non ho visto grandi cose nel bosco. Ma se le vedo te lo dico.”

T: “e quindi come si mangiano?”

C: “nella mia famiglia si facevano in mille modi, e non si buttava via niente, e soprattutto erano gratis; sai, dalle nostre parti ci si arrangiava. Le foglie, i bulbi, cotti, crudi, in insalata…però si dice che se mangi ramps poi non ti si sta vicino per giorni, sai… e più sono giovani le piante e più sono delicate; quindi, eviterei di mangiare quelle grandi crude, a meno che non ti interessi di avere il loro profumino addosso per giorni o tu non abbia un qualche verme in pancia di cui ti vuoi liberare.”

Quindi, come scacci le belle ragazze dopo aver ingerito ingenti quantità di ramps, ottieni lo stesso effetto sui possibili parassiti che potrebbero abitare il tuo apparato digerente. Ripuliscono.

Cambiano i paesi, cambiano le lingue, le usanze, ma una cosa non cambia. Le persone che vivono a contatto vero con la natura, che sono in equilibrio con essa, fanno parte dell’ecosistema. Sono grati di ciò che prendono e in cambio rispettano l’ambiente in cui vivono. Tutto va a puttane in questo periodo storico perché non facciamo più parte dell’ecosistema, o meglio, non vogliamo più farne parte. Ho una domanda per voi:

“Quando è che l’uomo ha deciso che vale di più controllare la realtà invece di viverla?”

Camminando iniziamo a riconoscere quali sono i ramps, anche a distanza oramai, ma Chris continua a camminare. Perché? Mike prova e poi provo anche io: “Hey Chris, qua ci sono!”, ma lui fa un no secco con la testa e continua a camminare. Sembra che senta dove bisogna andare, sembra guidato. Non è ancora il posto giusto. Fino a che arriviamo in una zona piena di ramps, vicino al fiume; a noi sembra una zona come le altre ma capiamo subito che questa invece è “diversa” in un certo modo, Chris lo ha deciso, si è fermato. “si, qua possiamo raccogliere”. Quando sei realmente connesso e hai una mente pulita e stabile agisci in un modo diverso, usi l’istinto.

Ci fa vedere come si raccolgono, e come si puliscono. Mi sta vicino e sento la sua presenza che mi controlla se sto mettendo in pratica ciò che mi dice. Cerco di fare del mio meglio e non mi riprende; credo di stare andando bene.

T: “ma questo è rosso… va bene o è un’altra pianta?”

C: “vanno bene entrambi, anzi la gente dice che siano la stessa cosa.. non sentono la differenza, ma per me non lo sono affatto. È come con l’erba…fumandola, ti posso dire se quello che l’ha fatta usa troppa acqua di colonia. E io li preferisco. I ramps rossi intendo.”

Dopo aver riempito le nostre sacche di tela ed esserci lavati le mani nel fiume accanto a una diga di castori, ci riavviamo con calma per tornare alla macchina. Quando siamo ad un centinaio di metri dalle rotaie però, sentiamo il treno in lontananza con il suo fischio inconfondibile e il rumore dei vagoni sul ferro. Non so perché ma crea agitazione nell’aria, ed iniziammo tutti ad aumentare il passo, come se fosse un avvenimento da non perdere. Sacche piene di frutti della natura, affaticati dal cammino e dal lavoro, il tramonto alle spalle e un treno da 200 e più vagoni che ci sfreccia accanto in mezzo alla foresta dei Monti Appalaci. Un film.  

Mike e Michele mi avevano raccontato di una volta in cui erano andati nel bosco tutti insieme, sempre a caccia di ramps, e sempre camminando sulle rotaie sentirono un treno stava arrivando, e quando fu vicino, Chris iniziò a cantare la famosa canzone di Johnny Cash “Folsom prison blues” che parla di treni. Una coincidenza? La natura, Chris e quel treno ancora una volta – che forse ha un significato più profondo di solo un mucchio di ferro incandescente su rotaie, pensateci.

Non perdete l’opportunità. 

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