Birra fatta in casa – Basic – parte 1

Se vi trovate qui, significa che anche voi vi siete stancati di spendere un patrimonio in birracce, tipo, il “morettone” o il “ceressino”, e che facendo due conti avete capito che forse conviene provare ad autoprodursi la nostra droga (legale) più amata, ovvero l’alcol, e in questo caso in forma di birra.  

Di fatti, l’unico motivo per cui faccio il birraio è che ho sempre voluto birra gratis, a vita.

Qui di seguito vi mostrerò il modo più semplice ed immediato per poter avere un po’ di birra autoprodotta.

In realtà, il metodo più facile di tutti, come molti miei amici sanno, per avere birra a gratis o a poco prezzo è farsi amico un birraio. Ma dato che, soprattutto in Italia, anche i birrai stessi si pagano le birre che vogliono bere, il “giochino” ha vita breve. Ovvero, fino a che il suddetto birraio si rompe il cazzo di sperperare lo stipendio a far bere la gente a gratis.

Quindi, una volta esaurito il vostro amico birraio, vi consiglio, o di trovarvi un altro amico birraio creandovi un vero e proprio ciclo perpetuo di parassitaggine, o in questo caso di auto-produrvi la vostra birra come vi mostrerò di seguito. 

@ Mr.Malt

IL KIT

Se siete alle prime armi, e non volete spendere troppo in attrezzature e in luppoli all’ultima moda, vi consiglio di partire dal metodo più semplice ed economico, ovvero con il famoso kit preparato, perché diciamoci la verità, per adesso basta che riusciate a tirare fuori una bevanda che abbia principalmente due caratteristiche:

  1. Che abbia alcol all’interno.
  2. Che non vi uccida.

Sono dei “pacchetti” venduti dai maggiori siti di homebrewing (Mr.Malt per esempio), composti da tutto l’occorrente per fare una birra da cima a fondo, che permettono ai novizi di fare le prime esperienze. Naturalmente ne esistono di diversi tipi, più o meno costosi. Per me il migliore con cui iniziare dovrebbe essere composto da questi elementi:

  1. Un fermentatore di plastica alimentare da circa 24-30L (dove andrete a fermentare la vostra birra).
  2. Un barattolo di estratto di mosto liquido (il vostro mosto da fermentare, che diventerà birra).
  3. Lievito (colui che farà il lavoro per voi, trasformando il mosto in birra).
  4. Densimetro (servirà a monitorare la fermentazione)
  5. Tappatore (per tappare le bottiglie – ma dai)
  6. Tappi (non ve lo spiego nemmeno)
  7. Altro… dipende dal kit.

APNSP TIPS – IL MODO MIGLIORE PER AVERE SEMPRE IL FRIGO PIENO DI BIRRA è FARSELA!

Con un fornello, una pentola, dell’acqua e il kit, potrete tentare la prima cotta (produzione mosto).

Parlando di estratto di mosto liquido, ne troverete principalmente due categorie: i mosti concentrati già luppolati (il luppolo è già dentro), e quelli no. I primi basta scioglierli in acqua, portare ad ebollizione ed il mosto è fatto, mentre per i secondi, dobbiamo preoccuparci di effettuare anche la fase della luppolatura. Per rendervi la scelta ancora più difficile, esistono diverse tipologie di mosti concentrati, a seconda dello stile che vogliamo fare, della marca ecc. Ma questa scelta la rimanderei alle successive cotte. Dobbiamo essere realisti ed accettare che non sappiamo un cazzo niente ed è bene partire dai fondamentali.

Intanto vi consiglio di fare la birra più semplice possibile, per prendere dimestichezza. Quindi direi di fare una birra chiara, sui 5%alc e con poche altre pretese, scegliendo un estratto già luppolato.

APNSP TIPS –  PARTI DALLA BIRRA PIù SEMPLICE POSSIBILE E POI AGGIUNGI LIVELLI DI DIFFICOLTà. NESSUNO NASCE E VOLA, STRONZO. 

Essendo già tutto pronto, stiamo saltando diverse fasi, come, la stesura della ricetta, la scelta delle materie prime, della valutazione e trattamento dell’acqua ecc.

Unica modifica che vi richiedo da subito rispetto al kit preparato è di comprare un lievito diverso da quello che trovate nella scatola. La ragione è semplice, il lievito è l’“attore protagonista” nella produzione, ed essendo anche l’unico ingrediente vivo, direi di porci un minimo di riguardo in più, anche dai vostri primi passi.

Il lievito, vi verrà presentato in forma liofilizzata, quindi avrete tra le mani una sorta di farina, che posso capire, vi potrà sembrare tutto fuor che un essere vivo, e invece lo è, ma dormiente! Quindi, dovreste vederlo, anzi ammirarlo, come un microrganismo mezzo animale e mezzo vegetale, capace di sopravvivere per anni in condizioni super-critiche, quali le condizioni dell’essiccamento (liofilizzazione). Infatti, per durare nel tempo, sono stati deprivati di qualsiasi nutrimento, ma soprattutto di aria e acqua! Sono supereroi, altro che farina.

Quindi trattateli con cura, come se steste accudendo dei cani-alberi che hanno bisogno di certe condizioni (aria, temperatura, pH e nutrienti) che li permettano di viversela bene.

Facciamo un passo alla volta.

Passate in rassegna tutti i siti di homebrewing, comprate il vostro kit, e provate a seguire le istruzioni che ci sono all’interno e seguendo i consigli che vi ho dato. Nel prossimo episodio di Auto-produzione Basic, vi indicherò quale è la procedura più idonea per avere una birra fatta in casa, spendendo il meno possibile e nel modo più efficace, secondo la mia esperienza di bevitore incallito scansafatiche che non vuole spendere per bere, ma soprattutto per fare bere gli altri.

Ora come si dice dalle mie parti cacate i lesso e iniziate a comprarvi l’attrezzatura. 

Bona

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